Nel luglio 2018 fu lanciato da Raffaele Nogaro (vescovo emerito di Caserta), dai frati del Sacro Convento di Assisi, e da altri religiosi molto impegnati nel sociale, il “Digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti”.
Per un anno intero hanno digiunato ogni primo mercoledì del mese davanti al parlamento contro i decreti sicurezza voluti dal ministro Matteo Salvini e contro la sua politica dei porti chiusi.
Quando lo scorso agosto è caduto il vecchio governo hanno pensato di sospendere il digiuno per vedere se il nuovo desse segni di discontinuità con le politiche migratorie precedenti.
Purtroppo questi segnali ancora non sono arrivati, anzi, il comportamento del nuovo governo a proposito di immigrazione è a dir poco ambiguo.
La nuova ministra degli Interni Luciana Lamorgese è stata disponibile a un incontro con le ong che fanno soccorso in mare, ma finora le navi con i migranti a bordo hanno dovuto aspettare oltre una settimana, prima che fosse loro assegnato un porto, come è successo alla Ocean Viking e alla Allan Kurdi.
Il 4 ottobre è stato firmato il decreto interministeriale voluto dal ministro Luigi Di Maio (senza neanche avvisare i suoi alleati di governo) per espellere in fretta i migranti ai quali è stato negato il permesso di soggiorno, promettendo che i tempi per farlo saranno ridotti da due anni a quattro mesi. Salvini aveva promesso lo stesso, senza grandi risultati.
Ma la grande ambiguità si manifesta nella non volontà di abrogare i decreti sicurezza e il memorandum Italia-Libia. Per essere più precisi, i decreti sicurezza, il Pd, a parole, vuole abrogarli, mentre i Cinque Stelle sono spaccati.
Eppure, come sostiene padre Alex Zanotelli, ” è una legge non costituzionale e immorale, perché sancisce che salvare vite umane in mare è reato! Siamo davanti a un vero e proprio razzismo di Stato“
Anche la posizione del governo sul memorandum Italia-Libia stipulato nel 2017 si colloca sulla linea della continuità con i precedenti governi.
Come già abbiamo ricordato in precedenti articoli, il memorandum scadeva il 2 novembre e il governo lo ha tacitamente rinnovato perché così prevedeva l’accordo, anche se ha proposto una Commissione mista italo-libica per rivederne alcuni aspetti.
Durissimo il commento di Padre Zanotelli: “Si continua a permettere alla guardia costiera di continuare a fare lo sporco lavoro di riportare in Libia i migranti che tentano la traversata e di rinchiuderli in lager dove sono torturati e le donne stuprate. “
E lo stesso Orfini, ex presidente del PD, ha dichiarato “Noi stiamo facendo fare alla guardia libica i respingimenti che il diritto internazionale ci vieta. Chi ha firmato quegli accordi si dovrebbe vergognare di non averli mai portati in parlamento e di volerli rinnovare”.
Davanti a questo scenario, é maturata l’ipotesi di riprendere il “Digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti” una volta al mese davanti al parlamento per spingere il governo ad abolire sia i decreti sicurezza che il memorandum, perché oggi la Libia è un paese in guerra civile, dove non ci sono ‘porti sicuri’.
Sempre Zanotelli sostiene che “In un momento così critico come questo, dobbiamo far sentire la nostra voce unita, credenti e laici, perché vinca la Vita e tutti possano sedersi alla comune mensa in pari dignità.“