Mentre la guerra squarcia il nostro continente, Pisa come tante città si è attivata per la solidarietà verso la popolazione ucraina, si prepara per l’accoglienza dei rifugiati, si indigna per l’occupazione militare russa, si interroga sulle scelte del governo italiano. Pensiamo davvero che fornire più armi all’Ucraina sia il modo migliore per promuovere la sicurezza della sua popolazione civile? Maggiori armamenti provocano un escalation del conflitto, a danno di chi combatte per la libertà e dei civili inermi. A danno anche di tanti soldati russi mandati al macello da Putin con informazioni molto sommarie e intrise di demagogia su quanto stanno facendo, in un’occupazione illegale che deve essere fermata dalla diplomazia internazionale.
Dunque che fare?
Noi siamo un gruppo di associazioni e chiese di Pisa convinte che la pace si costruisca con mezzi di pace, consapevoli che sia necessario lavorare ogni giorno per prevenire la guerra ed arginare l’effetto dei conflitti armati in corso.
1) Il primo passo è cercare fonti di informazione diverse, voci analitiche e indipendenti, come queste dalla nostra città:
Sergio Bontempelli – Ucraina: i rifugiati, messaggeri di pace
Pierluigi Consorti – Le guerre non scoppiano da sole
Vi chiediamo anche di leggere la denuncia della Rete Italiana Pace e Disarmo sul ponte aereo militare che da Pisa fornisce sistemi d’arma allo scenario di guerra come ribadito anche dai lavoratori della Toscana Aeroporti che si sono rifiutati di caricare armi e munizioni sui cargo.
Suggeriamo infine di ascoltare e diffondere un breve video con le voci di un pacifista ucraino e dell’esponente russa del movimento per l’obiezione di coscienza al servizio militare, dai rispettivi paesi. Sono punti di vista limpidi e parole coraggiose che dobbiamo amplificare!
2) Il secondo passo è fornire aiuti concreti alla popolazione civile colpita dal conflitto. Per nostra esperienza diretta, la modalità più efficace e efficiente per fare arrivare esattamente ciò che serve in Ucraina è tramite donazioni in denaro. Qui trovate alcune organizzazioni umanitarie selezionate da Banca Etica, attive fin dai primi giorni per l’Ucraina: https://www.bancaetica.it/come-aiutare-le-persone-colpite-dalla-guerra-in-ucraina/
Si può sostenere anche l’accoglienza in Italia dei rifugiati che arrivano dall’Ucraina, che comunque possono rivolgersi alla prefettura per ricevere i primi aiuti e un alloggio. Diffondete i contatti e le informazioni fornite dalla prefettura di Pisa su questo sito: http://www.prefettura.it/pisa/contenuti/Emergenza_ucraina._tel._050549604_email:_emergenzaucraina.pref_pisa_interno.it-13397121.htm
É importante comunque affermare che non esistono rifugiati di “serie A” e di “serie B” quindi dobbiamo lavorare per offrire attenzione e protezione a chiunque ne abbia diritto.
3) Il terzo passo è mobilitarci per la pace, aderire a presidi e cortei, come quello convocato questo sabato 19 marzo verso l’aeroporto militare di Pisa con lo slogan “Dalla Toscana ponti di pace, non voli di guerra!” (concentramento ore 15:00 nel piazzale del G. Galilei), a seguito della denuncia dei lavoratori dell’UBI. Dobbiamo anche sostenere i giovani ucraini che portano avanti azioni di resistenza civile all’occupazione ma soprattutto i pacifisti russi, arrestati a migliaia, che appena liberati tornano in piazza. Sta per essere lanciata una campagna europea di raccolta fondi per loro. Nel frattempo potete donare a Un Ponte Per con causale “Pace Ucraina-Russia”: https://fundfacility.it/unponteper/
Invitiamo altre associazioni cittadine a unirsi a questo spazio di scambio di proposte di pace, di dialogo e approfondimento, scrivendo a: toscana@unponteper.it
Africa Insieme, Chiesa Valdese di Pisa, Chicco di Senape, El Comedor Giordano Liva, Comitato Toscano di Un Ponte Per