
A fine gennaio a Bruxelles è stato presentato da parte di un gruppo di ricercatori sostenuti da alcuni esponenti del Parlamento europeo (tra cui gli italiani Leoluca Orlando, Cecilia Strada e Ilaria Salis) il rapporto Tratta di stato – State Trafficking. Espulsioni e vendita dei migranti dalla Tunisia alla Libia.
Nel rapporto si denuncia il traffico di esseri umani tra Tunisia e Libia messo in atto utilizzando i fondi forniti dal memorandum UE-Tunisia.
I ricercatori hanno raccolto numerose testimonianze di migranti che denunciano le violenze e gli abusi subiti, dal momento della cattura da parte delle autorità tunisine (non si può parlare di arresto perché non viene rispettata nessuna formalità legale) a quello della detenzione in strutture fatiscenti al confine con la Libia.
In questi centri di detenzione c’è carenza di cibo ed acqua e assenza di cure mediche; i migranti subsahariani vengono inoltre sottoposti sistematicamente a violenze e torture e molti non riescono a sopravvivere.
Le autorità tunisine infine consegnano le persone migranti alle milizie libiche o ad altri gruppi armati, in cambio di denaro, carburante o hashish. Le donne vengono vendute a 300 dinari, gli uomini a 100.
Si tratta di veri e propri crimini di Stato: detenzione arbitraria, incitamento all’odio razziale, respingimenti collettivi, riduzione in schiavitù, sparizioni forzate, tortura e trattamenti inumani e degradanti, tratta e violenza di genere.
Occorrerebbe quindi, se ci trovassimo in un’Italia e in un’Europa ancora rispettose dei diritti umani, rimettere in discussione lo statuto di paese sicuro riconosciuto alla Tunisia e sospendere lo stanziamento di fondi per centinaia di milioni di euro concesso al paese nordafricano allo scopo di bloccare i migranti che cercano di raggiungere l’Europa.
Negli ultimi due anni la Tunisia ha bloccato oltre 100.000 persone in fuga: le testimonianze raccolte circa la vendita di esseri umani alla Libia ci spiegano come questo risultato sia stato raggiunto.
Ci hanno fatto credere che gli accordi con la Libia e con la Tunisia erano necessari per combattere i trafficanti di esseri umani. La verità è che sono proprio le autorità libiche e tunisine a gestire tale turpe traffico.