Il quotidiano inglese The Guardian ha compiuto un’inchiesta in Tunisia da cui è emerso che la Guardia nazionale, finanziata dall’Unione Europea per fermare i migranti intenzionati a venire in Europa, ha compiuto stupri e violenze terribili nei loro confronti. Di tutto questo le autorità europee e italiane sarebbero al corrente ma avrebbero deciso di “non vedere” pur di ridurre gli arrivi di migranti.
Nell’ultimo anno e mezzo centinaia di donne migranti sono state violentate, mentre sono proseguite le deportazioni nel deserto ai confini con la Libia o con l’Algeria.
Eppure il governo italiano continua a considerare la Tunisia un “paese sicuro”, nonostante il parere contrario di molti tribunali che hanno dichiarato illegittimo il decreto Cutro che prevede la reclusione nei CPR di migranti provenienti dalla Tunisia.
Dall’inchiesta del Guardian risulta anche che molti ufficiali della Guardia Nazionale hanno stretto accordi con i trafficanti di esseri umani e con i contrabbandieri.
«La guardia nazionale organizza le imbarcazioni del Mediterraneo. Le guardano entrare in acqua, poi prendono la barca e il motore e li rivendono a noi», dice Youssef, un contrabbandiere di Sfax, città della Tunisia.
La guardia nazionale è addirittura l’unico venditore di motori, data la loro scarsità nella zona di Sfax.
E intanto la Commissione Europea, attraverso un suo portavoce, dichiara «L’UE rimane impegnata a migliorare la situazione sul campo».
Come può il nostro governo dichiararsi soddisfatto della drastica riduzione degli arrivi di migranti quando dietro tutto questo ci sono stupri, violenze e loschi traffici?
È semplice: basta non vedere, non sentire, non parlarne.