Parlare di sicurezza a partire dai bambini e dalle bambine.
Nell’ottica di migliorare la qualità della vita di chi frequenta e vive la scuola UPESS è fondamentale parlare di prevenzione dei danni causati dai disastri ambientali. Una delle attività del progetto Health-Tris, eseguita da Maggio a Settembre, è definita infatti School Emergency Evacuation Plan and Earthquake Simulation “Drill” e si tratta della creazione di un piano di evacuazione e di simulazioni antisismiche.
Queste attività sono state programmate e svolte dal nostro partner operativo locale NSET (National Society for Earthquake Technology), in collaborazione con il monitor locale e il Comitato di Gestione della Scuola. Il manuale per la preparazione ai disastri e le esercitazioni nelle scuole, preparate da NSET e dalla Società della Croce Rossa del Nepal (NRCS) nell’ambito del progetto Disaster Preparedness for Safer School (DPSS, 2009), sono ampiamente utilizzati e praticati in Nepal.
Nonostante la sicurezza dei blocchi scolastici, appurati anche dalle valutazioni tecniche di ingegneri e dei partner operativi, le esercitazioni di evacuazione in caso di terremoto sono il migliore approccio per migliorare la capacità a rispondere ad un’emergenza all’interno della scuola, come quella causata da terremoti o incendi. L’obiettivo principale di questa attività è quindi quello di migliorare le conoscenze dei partecipanti sui vari rischi e sulle misure necessarie per mitigare le conseguenze. Sulla base di questo obiettivo sono state programmate e svolte varie attività.
A luglio e ad agosto sono stati organizzati vari incontri sul Disaster risk reduction con gli alunni e le alunne, i membri del Consiglio scolastico, gli insegnanti, il personale amministrativo e alcuni genitori. I partecipanti sono stati suddivisi in piccoli gruppi e la formazione è durata tre giorni. Il quarto giorno, per aiutare maggiormente i bambini e le bambine ad apprendere i concetti principali legati alla sicurezza, sono stati condotti dei laboratori da parte di due insegnanti della scuola, formati da NSET, azione che non solo ha garantito un maggiore apprendimento da parte dei partecipanti, ma che potrà anche essere ripetuta in autonomia a nuovi studenti nei prossimi anni.
All’interno del programma di orientamento e formazione è stata inserita poi una sessione relativa allo scenario complessivo dei disastri in Nepal, territorio ad alto rischio sismico e soggetto a frane. L’esposizione di tale contesto ha permesso poi di affrontare le misure principali di mitigazione del rischio sismico, la preparazione a rispondere ai disastri e la pianificazione di un piano di azione ed emergenza. Inoltre, durante la formazione, è stato mostrato un modello di frana su un terreno aperto, informando i partecipanti anche sulle cause delle frane, i loro effetti, la preparazione e la risposta per garantire la tutela fisica di tutti e tutte.
Per parlare delle frane è stato utilizzato un modello fisico in 3D, uno strumento dimostrativo tridimensionale personalizzato (L-DEM) generalmente usato per comunicare la pericolosità e il rischio da frana. Tale modello è stato costruito a partire da varie ricerche condotte in Nepal e consente di simulare l’evoluzione della pericolosità delle frane stesse nel tempo, considerando quindi le implicazioni legate all’evoluzione di tale fenomeno, soprattutto in base a dove e quando il rischio si manifesta.
In base alle dinamiche comunitarie del Nepal, le dimostrazioni dal vivo si sono spesso rivelate un potente strumento di comunicazione del rischio, che consente di simulare le cause, le conseguenze e le opzioni di mitigazione dei pericoli in modo altamente visivo e interattivo. L’attività è stata pensata in base alle lacune mostrate nelle diverse interazioni sul campo che NSET ha avuto con la comunità di riferimento durante le varie interviste, focus group e workshop. La tavola da frana e da terremoto (usata da NSET a UPESS) è stata considerata un strumento utile per la costruzione di edifici sicuri in Nepal, metodo che coinvolge anche le comunità di riferimento nello stilare programmi di riduzione del rischio sismico (Upadhyaya, 2004; Dixit et al., 2013, 2018).
La terza attività condotta da NSET all’interno della scuola è chiamata Ricerca e Salvataggio (S-SAR) e si è svolta il 18 agosto. Tra i partecipanti alla formazione c’erano il Preside, alcuni insegnanti, il personale amministrativo, i membri del Comitato di gestione della scuola, alcuni studenti e alcuni genitori. In totale sono state coinvolte 28 persone. S-SAR è una formazione di un giorno rivolta ai non addetti ai lavori sulle competenze di base per la ricerca e il salvataggio. Il nome è fondamentalmente Community Search and Rescue (CSAR) che è stato progettato per essere condotto per le comunità e adatto al contesto scolastico.
La formazione mira a sviluppare le capacità della comunità, della scuola e delle organizzazioni di effettuare operazioni di ricerca e salvataggio delle vittime in superficie e in generale in condizioni di intrappolamento a causa di qualsiasi tipo di disastro. Questa formazione si concentra principalmente sulle tecniche e sui metodi necessari per la ricerca, la localizzazione e l’estrazione delle vittime in superficie utilizzando la procedura più sicura e appropriata. È incorporata anche la tecnica di spegnimento dell’incendio attraverso il metodo definito brigata dei secchi.
La formazione è stata preceduta da un pre-test per valutare il livello di conoscenze dei partecipanti su questo tema. L’esercitazione è stata poi realizzata con la creazione di quattro stazioni pratiche. I partecipanti sono stati suddivisi in quattro gruppi e dovevano partecipare attivamente a tutte le attività.
La prima stazione riguardava la ricerca: tra i partecipanti due avevano il ruolo di ricercatori e addetti alla sicurezza, gli altri erano invece vittime di varia natura. I soccorritori perlustrano le zone, localizzano le vittime, valutano le loro condizioni e fanno rapporto ai capisquadra. Tutti i partecipanti si sono esercitati in entrambi i ruoli.
La seconda stazione riguardava invece il sollevamento, lo spostamento e la stabilizzazione di oggetti pesanti: come oggetto pesante è stato utilizzato un enorme tronco di legno, che i partecipanti dovevano sollevare, spostare e stabilizzare. A uno dei partecipanti è stato assegnato il ruolo di capogruppo e doveva dirigere l’operazione; due erano i responsabili nel fissaggio del fulcro e nel sostenere il carico pesante. Gli ultimi erano i sollevatori, responsabili del sollevamento del carico con l’ausilio di barre di trazione. Poi c’erano i corridori, che fornivano i materiali necessari sul posto e infine i rullieri, responsabili del posizionamento e della manutenzione dei tubi a rullo posti sotto il carico. I partecipanti si sono cimentati in tutti i ruoli.
La terza stazione era dedicata invece all’estrazione della vittima. Sono state insegnate varie tecniche di salvataggio, utili per trascinare la vittima per brevi distanze e i partecipanti sono stati formati su come costruire barelle improvvisate utilizzando materiali disponibili in loco come bambù, bastoni, aste, coperte, lenzuola, ecc. in base alle dimensioni e all’altezza della vittima. Le tecniche insegnate sono state suddivise in base ai disastri naturali simulati o alle condizioni della vittima: è stato, quindi, insegnato come trattare una persona ferita durante un incendio, o un terremoto, cosa fare in caso di problemi alla colonna vertebrale o agli arti ecc.
La quarta stazione invece era relativa allo spegnimento degli incendi. Si è eseguita una breve panoramica sulle diverse parti dell’estintore e sul suo funzionamento. I partecipanti si sono poi esercitati con lo spegnimento del fuoco utilizzando acqua e secchi o qualsiasi altro utensile disponibile nella comunità. Sono state insegnate e simulate due tecniche: il metodo della linea retta e il metodo a zig-zag. Oltre all’esercizio pratico, il facilitatore ha illustrato anche altre tecniche di salvataggio in caso di incendio, dimostrando, con l’aiuto di uno studente, la tecnica dell’arresto, della caduta e del rotolamento. Questa stazione pratica è stata osservata da tutti gli studenti e dagli insegnanti.
Alla fine delle esercitazioni pratiche è stato eseguito un test finale per valutare le competenze acquisite.
In totale sono state condotte tre simulazioni antisismiche a distanza di due mesi l’una dall’altra. Tale metodo ha permesso di testare con il tempo le nozioni effettivamente apprese dai partecipanti della scuola. NSET ha condotto, prima della simulazione, un breve orientamento in ogni classe, mostrando i comportamenti sicuri da tenere durante e dopo la scossa di terremoto. Durante l’esercitazione di simulazione del terremoto gli studenti si sono esercitati a tenere un comportamento sicuro nelle aule durante la scossa (l’inizio della simulazione è stata segnalata dal suono della campanella per circa un minuto). Dopo la scossa simulata, gli studenti si sono allineati per evacuare in sicurezza nell’area di raccolta seguendo il percorso di evacuazione sicuro e segnalato dal Piano di Evacuazione stilato da NSET. Nel punto esterno di raccolta, dopo che gli studenti si sono allineati in base alla classe frequentata, il professore di riferimento ha verificato che non ci fossero assenti.
La scuola condurrà due volte l’anno queste esercitazioni, con la possibilità di informare e formare anche chi nei prossimi anni arriverà a UPESS. Gli obiettivi principali che ci siamo posti nell’organizzare queste attività, con il supporto del partner locale, sono rendere la scuola autonoma nell’organizzazione delle formazioni antisismiche e implementare la capacità del personale scolastico e degli studenti nella gestione dei rischi che emergono in caso di disastri naturali.