La Camera ha definitivamente approvato il decreto Cutro (di cui abbiamo già parlato qui) che prevede:
– il taglio della protezione speciale;
– l’aumento dei centri per il rimpatrio e dei relativi tempi di detenzione;
– l’esclusione dei nuovi richiedenti asilo dal Sistema di accoglienza e integrazione (Sai).
Un decreto che, per usare le parole di Ero straniero, un cartello che riunisce decine di organizzazioni, è «inadeguato, disumano, illegittimo e renderà più difficile la vita delle persone straniere nel nostro paese».
Secondo l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, il provvedimento «dispiega – in tutta chiarezza – la volontà di legittimare un sentimento di superiorità, come architrave dei rapporti umani».
Basti pensare al fatto che l’accoglienza si baserà su Centri di Accoglienza Straordinari di grandi dimensioni, dove centinaia di persone saranno «costrette caoticamente a convivere in un modello di vita lontanissimo da quello tipicamente ordinato e individuale della nostra società». Questi centri inoltre non forniranno più né i servizi di consulenza giuridica né i corsi di insegnamento della lingua italiana; e, secondo l’ASGI, il tutto allo scopo di «umiliare e rimarcare la differenza tra individui».
Inoltre, chi arriva in Italia per chiedere asilo sarà sottoposto ad una detenzione amministrativa alla “frontiera” per quattro settimane, durante le quali verranno analizzati i motivi della richiesta e, nel caso non sia ritenuta ammissibile, si procederà al rimpatrio.
Per frontiera non si intende quella fisica, ma gli hotspot, gli hub, i CPR, che verranno realizzati sul territorio nazionale e dove verranno rinchiusi i richiedenti asilo. In questo modo, come sostiene la Onlus Oxfam, «si realizza una perniciosa dilatazione della frontiera come spazio di arbitrio e di compressione dei diritti a tutto il territorio nazionale (ovunque saranno aperti questi centri, lì avremo la frontiera) e un’abnorme estensione della detenzione “amministrativa” in assenza di reato».
Quindi una duplice ingiustizia (quattro settimane sono troppo poche per valutare seriamente una domanda d’asilo, ma rappresentano un tempo davvero troppo lungo di detenzione per persone che non hanno commesso alcun reato) e uno strappo al principio portante della nostra Costituzione, quello della libertà personale.
Sempre secondo l’ASGI, «questa legge ci spinge a una forma di cultura giuridica pre-moderna, che attacca violentemente, attraverso il corpo dei migranti, alcuni capisaldi del diritto e della convivenza civile».
Chi riuscirà ad ottenere la protezione speciale non potrà in ogni caso convertirla in permesso di soggiorno per lavoro: questo significa, sempre secondo Oxfam, «letteralmente trasformare migliaia di persone da potenziali migranti regolari, che vivono e lavorano alla luce del sole, in migranti irregolari, che di sicuro non usciranno dal Paese una volta che hanno rischiato la vita per arrivarci, e che nel migliore dei casi andranno a ingrossare le file del lavoro nero».