A novembre si è svolta la seconda missione internazionale di monitoraggio per il progetto Health-Triss, finanziata dall’Otto per mille della Chiesa Valdese. Questa missione si pone in continuità con quella precedente e aveva l’obiettivo non solo di monitorare le problematicità riscontrate dalle volontarie a maggio, ma anche di incrementare l’efficacia della nostra azione a UPESS (Uttargaya Public English Secondary School), in sincronia con il Comitato di gestione della scuola e di chi vive quei luoghi quotidianamente.
La missione è stata portata avanti da Federica e Carlo (Ingegneria Senza Frontiere di Pisa) e dalla nostra coordinatrice di progetto, Chiara. L’importanza della collaborazione con Ingegneria senza Frontiere si è riscontrata fin dagli incontri di preparazione, dove lo sguardo non solo “tecnico” sulle infrastrutture della scuola, ma anche decoloniale sui procedimento di costruzione e sulla percezione del rischio, ha permesso anche a noi di avere nuove capacità di leggere la parte principale del nostro progetto: la ricostruzione antisismica e l’idea di sicurezza degli spazi, che vogliamo essere centrale per chiunque frequenti UPESS.
Centrali nella missione sono stati:
– il monitoraggio degli edifici e la loro ricostruzione e messa in sicurezza;
-il monitoraggio del WASH (water, sanitation, hygiene), ovvero dell’accesso sicuro all’acqua e la sua potabilizzazione.
Per fare tutto ciò, gli strumenti adoperati sono stati: misurazioni con appositi strumenti, l’osservazione visiva, gli FGDs (focus group discussions) e i meeting con i responsabili di ciascuna area di intervento.
La prima parte della missione si è svolta già a Khatmandu, con alcuni meeting ufficiali con varie ONG internazionali e locali, con il supporto del monitor locale, Binod Bhatta. Le ONG, scelte in riferimento all’area di intervento e alla loro azione sul territorio nepalese e sulle sue comunità, sono state: Voice of Children che si occupa di tutela dei minori e di ricostruzione di scuole, nei suoi vari aspetti; Uems, per la costruzione di sistemi di potabilizzazione dell’acqua sostenibili nel tempo; NSET, che si occupa di ricostruzioni antisismiche e svolge un importante lavoro di prevenzione e educazione in territori altamente sismici e che ha aiutato nella ricostruzione del Paese dopo il terremoto del 2015; Newah, il cui campo di intervento è l’accesso all’acqua e la sua distribuzione nelle comunità rurali; Mitra Samaj, che si occupa di igiene, in particolare di quella mestruale, e dell’educazione alle differenze di genere.
La permanenza a UPESS è stata dal 27 novembre al 2 Dicembre, giorno di ritorno nella capitale. Dopo una calorosa accoglienza da parte degli studenti e dei rappresentanti della scuola, durante il primo incontro con il comitato di gestione della scuola sono stati delineati il piano e gli obiettivi della missione, in modo che il programma di lavoro fosse compatibile con le necessità e gli impegni quotidiani della scuola. In questa occasione sono stati presentati i risultati delle misurazioni antropometriche (prese durante la precedente missione), in attesa di poter presentare i risultati ufficiali e concludere in maniera proficua la parte nutrizionale del progetto, durante il 2023.
Il primo giorno è stato dedicato all’osservazione delle strutture interne ed esterne della scuola e dell’ostello, per notare punti di forza e debolezza del lavoro svolto fino a quel momento e per poter scrivere i nuovi progetti in risposta alle necessità concrete riscontrate. Allo stesso tempo, Federica e Carlo hanno misurato gli edifici scolastici e il terreno su cui sono stati costruiti, per la creazione di una mappa dettagliata della scuola.
Nei giorni successivi sono stati anche molto importanti gli incontri con gli ingegneri della municipalità di Bidur, che hanno supervisionato i lavori di costruzione e rilasciato i certificati di conformità alla norme antisismiche, e l’incontro con Samriddha, ditta di ingegneri privati che si è occupata della certificazione dei materiali utilizzati per la ricostruzione della scuola.
Le attività che hanno occupato più tempo sono stati i focus group e gli incontri con i genitori. L’idea alla base era dare importanza alla percezione di chi, a vari livelli, attraversa e vive la scuola. Sono stati quindi organizzati: due focus group con bambini e bambine dagli 8 agli 11 anni, due con giovani dai 12 ai 17 anni, un incontro con gli insegnanti della scuola e un incontro con alcuni genitori degli studenti di UPESS. I temi principali attorno ai quali vertevano gli incontri sono stati la sicurezza e WASH e, in generale, la percezione che avevano del progetto Health-Triss nel suo insieme, che cosa avrebbero voluto migliorare e in che modo.
Grazie all’utilizzo di una planimetria della scuola e dell’ostello e di post-it colorati, i focus group si sono svolti quasi come un gioco, con il fine di capire in quali luoghi della scuola si sentissero più al sicuro e in quali no, in modo da poter lavorare proprio su quest’ultimi; quanti punti di accesso all’acqua funzionassero e di quanti avessero ancora bisogno; quali sono i luoghi adibiti al gioco, come renderli più sicuri, quali pratiche igieniche venissero messe quotidianamente in atto per garantire il benessere di tutte e tutti. Anche gli incontri con le insegnanti e i genitori, seppur con un taglio diverso, hanno riguardato gli stessi argomenti, in modo da avere un quadro completo.
La settimana ha visto il susseguirsi anche di visite ad altre scuole, statali e comunitarie, nelle vicinanze di UPESS, cene e incontri formali con i vari comitati di gestione e chiacchierate con il personale scolastico. L’ultimo giorno, dopo il debriefing con il comitato di gestione per restituire le prime impressioni della missione, il saluto ufficiale alla scuola si è svolto nell’ostello dove, tra cibo e danze tradizionali, i volontari hanno salutato alunni e insegnanti.
Non solo da queste attività sono emersi spunti e suggerimento su come migliorare il nostro lavoro e la collaborazione con la scuola, ma abbiamo anche compreso davvero l’importanza che il quotidiano lavoro che El Comedor Giordano Liva svolge in Nepal ha per le vite di chi frequenta la scuola. Essendo una scuola comunitaria, infatti, UPESS non può ricevere nessun sussidio statale per le proprie attività e il lavoro svolto dalla nostra Associazione a da Per i bambini di Satbise subito dopo il terremoto del 2015, ha garantito delle strutture e un’educazione a quasi 300 alunni.
Nonostante la difficoltà intrinseca nel lavorare in posti così lontani, è emersa con forza la fiducia in questo progetto e la bellezza del progettare insieme in modo collaborativo.