El Comedor: una piacevole scoperta

Storia di un tirocinio appagante

Chiunque stia frequentando l’ultimo anno di Università ha ben chiaro cosa prova uno studente in cerca di un tirocinio curricolare da svolgere nell’ambito del proprio percorso di studi. Un misto di disorientamento e incertezza su quale possa essere l’ambito più adatto dove mettere in pratica le nozioni teoriche apprese fino a quel momento e iniziare così il proprio percorso professionalizzante. Da non tralasciare anche il rischio concreto di dover scendere a compromessi con l’impossibilità di svolgere un tirocinio specializzante nel proprio settore di studi.

Pertanto, la mia unica certezza, ad agosto, quando ho iniziato a muovermi nel panorama lavorativo pisano, era quella di voler lavorare nell’ambito della progettazione internazionale. Così, quando ho conosciuto la realtà de El Comedor Giordano Liva, prima attraverso il sito ufficiale e poi attraverso un incontro conoscitivo con la Presidente, Antonella Masoni, e la Coordinatrice dei progetti internazionali, Francesca Pasquato, ho subito capito che il tirocinio presso questa associazione sarebbe stata per me un’opportunità formativa davvero notevole.

Questo perché El Comedor, nonostante le sue dimensioni certo non gigantesche, conduce un eccezionale lavoro nel campo della cooperazione internazionale che non teme comparazioni con enti organizzativi di dimensioni superiori. A partire dalla storia dell’Associazione, testimonianza di una straordinaria generosità della famiglia Liva nei confronti della comunità peruviana, la prima ad aprire le strade all’organizzazione nella direzione della progettistica internazionale, troviamo quei valori e principi che hanno fatto da sfondo alle mie giornate di apprendimento per tutta la durata del tirocinio.

Nello specifico, il mio percorso formativo è stato rivolto all’analisi e alla gestione del più recente progetto di cooperazione internazionale che l’Associazione ha sviluppato, ovvero la ricostruzione e messa in sicurezza della scuola UPESS (Uttargaya Public English Secondary School), in Nepal.

Fin dal primo periodo di inserimento all’interno dell’Associazione, ho percepito l’accoglienza e la disponibilità da parte del personale e dei soci nel farmi sentire parte integrante del progetto, così da considerare il mio ruolo non solo uno strumento di apprendimento e formazione personale nell’ambito universitario ma nel concreto facendomi sentire parte attiva del cambiamento che stava avvenendo grazie all’impatto dell’associazione sui beneficiari diretti (UPESS in Nepal e la scuola Giordano Liva di Juliaca in Perù, progetto al quale, per ottimizzare i tempi, ho dovuto dedicare una parte più esigua di ore).

E così è iniziato il mio periodo di attività pratica in sede, da Agosto ad oggi, con il costante supporto di Francesca, la Coordinatrice dei Progetti internazionali, un’insegnante precisa e piena di risorse che ha reso il mio sogno iniziale, di sviluppare competenze nella progettistica internazionale, reale.

Infatti, grazie alla sua formazione, ho avuto la possibilità concreta di imparare da vicino il funzionamento degli apparati burocratici ed amministrativi relativi alla gestione dei fondi per la realizzazione dei progetti internazionali, capire come si svolge la stesura di un progetto di cooperazione fin dalle sue fondamenta e come si dialoga con i partner locali in un’ottica di comprensione dei bisogni fondamentali da tutelare e su cui porre maggiormente l’attenzione durante la fase progettistica a fronte di un budget finanziario limitato.

Non solo il mio orientamento per la progettistica è stato pienamente soddisfatto, ma ho avuto l’opportunità di essere formata anche nell’ambito dell’insegnamento. A partire da ottobre, infatti, l’Associazione ha fatto ripartire le lezioni in presenza della Scuola di Italiano per Migranti (sospese a causa della pandemia) per supportare nell’integrazione tutti coloro che sentano la necessità di migliorare le proprie competenze comunicative attraverso lezioni frontali di italiano serali e mattutine. Ho potuto contribuire anche a questo progetto, scambiando le mie competenze linguistiche con l’immenso dono che lascia l’incontro tra diverse culture. Inoltre, mi è stata data la possibilità di partecipare a riunioni con i partner locali e internazionali e ad attività di formazione di alto livello come il corso Lo Zaino del Maestro, di grande impatto emotivo e istruttivo.

Il tutto ha quindi portato alla realizzazione di una formazione a 360 gradi, di altissima qualità di cui sono orgogliosa ed estremamente riconoscente. Era infatti per me inimmaginabile trovare una struttura che cogliesse la peculiarità dei miei bisogni personali e formativi e li trasformasse in un percorso professionalizzante ad hoc, in grado di coprire tutte le mie esigenze e aspirazioni. Il mio percorso di tirocinio sta volgendo al termine, ma quello che El Comedor Giordano Liva mi ha lasciato, in termini umani e accademici, rimarrà sempre dentro di me come un dono prezioso a coronamento dei miei anni di studio presso l’Università di Pisa nel corso di laurea Scienze per la Pace: Cooperazione Internazionale e Trasformazione dei conflitti, e sono certa che il nostro non sarà un addio, ma un arrivederci a presto!

Giulia