La caccia alle streghe (2a parte)

Riprendiamo il discorso sulla criminalizzazione delle ONG, concentrandoci sulle tesi di coloro, politici o giornalisti, che tendono a vedere in modo particolarmente negativo il loro operato.

Photo by Lorenz Huter on Unsplash

Leggi qui la prima parte


Molti sostengono che le navi di soccorso delle ONG  rappresentano un incentivo per le partenze di migranti, dal momento che rendono i loro viaggi meno costosi e rischiosi. In conclusione le ONG sarebbero responsabili dellaumento dei flussi migratori.

Secondo l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), i dati raccolti dal 2015 a oggi dimostrano che non c’è alcuna correlazione tra le attività delle ONG e l’aumento dei flussi. Un aumento degli arrivi era già stato registrato nel biennio 2014-2015, quando ancora non c’erano navi delle organizzazioni umanitarie davanti alle coste libiche. Nel 2017, inoltre, sono aumentate del 46% per cento le traversate verso l’Europa dal Marocco, in un tratto di mare che non è pattugliato da navi umanitarie.

Le principali cause dell’aumento delle traversate verso l’Europa sarebbero invece, secondo l’ISPI, l’aggravarsi del conflitto in Libia e in generale la presenza di forti fattori di spinta  come conflitti, dittature, cambiamenti climatici, pressione demografica.

Molti ritengono inoltre che l’operato delle organizzazioni umanitarie in mare non fa diminuire i morti  e che l’unico modo per ridurre il numero delle vittime nel Mediterraneo è quello di far diminuire le partenze.

Si dimentica che  ogni volta che le ONG si sono ritirate in seguito alla chiusura dei porti italiani, il numero complessivo dei morti e dei dispersi è nettamente aumentato in quanto:

1) le partenze  hanno continuato ad essere numerose e frequenti;

2) i mercantili presenti in mare tendono a non intervenire, temendo di essere bloccati per giorni in attesa di avere indicazioni sul porto di sbarco;

3) la guardia costiera libica non ha né i mezzi né la competenza per occuparsi dei salvataggi.

Passiamo ora ad esaminare un’altra argomentazione molto subdola.

Molti vogliono spacciare la politica di chiusura dei porti o di restrizione degli sbarchi come un sistema per contrastare i trafficanti di esseri umani.

Si sostiene che questi prelevano i giovani nei villaggi, convincendoli a partire con false promesse, li depredano dei loro averi durante la traversata del deserto e infine li caricano su imbarcazioni  pericolosissime per la traversata del Mediterraneo. Alcune di queste affermazioni sono certamente vere ma, escludendo la tratta delle donne destinate alla prostituzione, i giovani che giungono in Europa sono persone che hanno deciso in maniera autonoma di partire, pur essendo spesso informati dei rischi a cui vanno incontro. E poi certamente non vengono “prelevati” coloro che scappano da una guerra o da un conflitto armato.

Ci si dimentica inoltre di un significativo particolare: i trafficanti di esseri umani potrebbero essere sgominati se solo si permettesse ai migranti di giungere in Europa in aereo… tra l’altro il viaggio gli costerebbe un decimo di quello che spendono affidandosi ai trafficanti.

Basterebbe insomma istituire delle quote annuali di ingresso e sicuramente tutti quei giovani decisi a partire preferirebbero aspettare il loro turno piuttosto che affrontare un viaggio così pericoloso. Ricordiamoci che fino al 2008 arrivava in Europa almeno un milione e mezzo di migranti economici all’anno con questo sistema.

Si sostiene inoltre che le acque territoriali sono inviolabili e che quindi è del tutto illegale l’intervento delle navi umanitarie nelle acque libiche.

Ci permettiamo di obiettare che, di fronte a un naufragio, di fronte ad una guardia costiera libica che spesso non sa o non vuole intervenire, l’ingresso in acque territoriali straniere diventa del tutto legittimo. E ricordiamo inoltre che quando i migranti vedono giungere un’imbarcazione di soccorso della guardia costiera libica, quasi sempre dichiarano di preferire annegare piuttosto che venir “salvati”.

Quando alcuni politici si gloriano per la riduzione degli sbarchi durante i loro governi, quando la gente comune plaude al loro operato, è mai possibile che a nessuno venga in mente di chiedersi che cosa ne sia  stato di coloro che sono stati intercettati, catturati e riportati dalla guardia costiera libica là da dove stavano fuggendo?

Fonti: Internazionale del  19 marzo 2021;  sito di Agorà Vox