Diverse lettere ci sono giunte dalla nostra cara Gessica, potete leggerle tutte qui sotto! Buona lettura!
Gessica è insegnante di scuola primaria e volontaria della nostra associazione dal 2013, quando ha realizzato un'esperienza di volontariato a Cusco, Perù, insieme alla sua amica Elena.
03/07/2013
Tralasciando i due giorni trascorsi a Lima, arriviamo a Cuzco. L'imprinting con la città è stato "straniante", rispetto a quello che normalmente immagino che abbiano i turisti che arrivano qui. Cuzco è una città molto turistica, uno dei centri più visitati dell'America Latina. Il nostro primo impatto, però, non è stato con il centro, ma, il giorno successivo all'arrivo, con il quartiere Francisco Bolognesi, dove si trova la scuola per l'infanzia dove io e Elena proviamo a dare una mano.
Questo è un quartiere nato negli anni '70, quando tanti campesinos lasciavano le campagne per cercare una vita migliore nelle periferie delle città. Il primo giorno mi ha colpito: un luogo con case di mattoni o di terra, i tetti, che quando non sono di tegole sono di eternit, sciami di cani randagi per le strade, scalinate che si arrampicano su per la costa del monte, acqua corrente 4 ore al giorno: dalle 8 alle 10 di mattina e un paio d'ore nel pomeriggio. All'asilo alcune mamme, la mattina, riempiono un paio di tinozze, e quest'acqua basta per lavarci le mani, per noi e per i bimbi, e quando andiamo in bagno, dopo prendiamo un po' d'acqua con un secchio e la tiriamo nel wc.
La scuola è carina, ma non ha niente dei comfort o delle misure di igiene o di sicurezza che impongono alle nostre scuole italiane. Nella classe dei 4 anni c'è una porta chiusa (che poi è anche l'uscita di sicurezza!) che non ha vetri, e affaccia direttamente fuori! Qui nessuno ha i riscaldamenti, neanche in casa. Anche se è inverno, devo dire che la stagione è strana: è freddo, si?, ma ci sono ore del giorno, tipo dalle 11 alle 14 dove si può stare anche con una maglia a maniche lunghe, ma senza giacca, perché fa caldino ( sui 15 gradi), ma può succedere che all'improvviso si alzi il vento, o il cielo si annuvoli, che torna il freddo!
Comunque, fa freddo la notte, la mattina e la sera, e noi anneghiamo nelle coperte di alpaca! Molti bimbi, la mattina, vengono a scuola con i capelli bagnati, perché glieli bagnano per pettinarli, o glieli lavano proprio, approfittando dell'acqua, e poi non hanno i phon per asciugarli. E io penso sempre a quei genitori italiani che ci fanno due palle così perché han sempre paura che i bimbi gli si ammalino, anche se son sani come pesci, e coperti fino agli occhi!
A vedere altre realtà si ridimensionano tante cose. Credo che faccia bene a tutti, ogni tanto, attingere ad un'altra realtà. Comunque, purtroppo o per fortuna, non so, ci si abitua a tutto, e già la seconda volta che sono stata nel quartiere Francisco Bolognesi, mi ha fatto meno effetto.
Questo Francisco Bolognesi sembra sia un eroe nazionale, ucciso per mano dei cileni del conflitto fra Cile e Perù; ce lo ha detto un taxista di Lima, lo stesso che sosteneva che le ragazze peruviane, oggi, si sposano prima di un tempo( a 16-17 anni), perché, a causa della liberazione sessuale delle donne, queste son più libere, rimangono incinta prima, e si sposano! Quando lo racconterò alla mia dottoressa credo proprio che si farà quattro risate!
Il centro di Cuzco è molto bello, sembra un altro mondo! Abbiamo già visitato la cattedrale, con le sue due chiese laterali, la chiesa della compagnia di Gesù, la chiesa e il barrio di San Blas, il museo delle civiltà precolombiane, la chiesa di San Cristobal, e le rovine Inca nei dintorni di Cuzco (fino a Pisac, che è davvero molto bella!).
Quando andavamo a San Cristobal, con Elena, abbiamo visto, sulla gradinata della chiesa, un uomo riverso a terra, con le palpebre leggermente aperte. Non sembrava stare bene, infatti non rispondeva e non dava cenni di coscienza. Ci siamo precipitate su alla chiesa a chiamare il tipo che sta a timbrare i biglietti d'ingresso,e questo, con grande calma, ha preso un po' di cotone ed è sceso con noi. Ha chiamato un altro signore che aveva l'ufficio a mezze scale, e questi ha preso l'alcool a 95 gradi...indovinate? Hanno imbevuto il cotone e gliel'han fiondato sotto il naso, per vedere se si svegliava! Poi lo volevano spostare, e io a dirgli di non muoverlo, che era meglio chiamare un'ambulanza! Si sono fermati dei ragazzi e una signora. Loro han telefonato, ed è arrivato prima un poliziotto, che provava a dirci che l'uomo dormiva, che stava riposando! Poi deve aver capito che non ci schiodavamo di lì, allibiti, lo hanno caricato su un furgone aperto della polizia d'emergenza, con una cucchiaia che si piegava a metà, e ti segava la vita, senza chiudere in fondo il cassone del furgone, senza coperte né niente! E dicono che il Perù è in pieno boom economico! Alla faccia!
Alice, la ragazza che lavora all'asilo, dice che qui la sanità è privata, che le ambulanze sono poche, e che se ne chiami una devi pagare sui 2000 dollari. Mi sembra un po' eccessivo, ma non ho elementi per verificare.
Per fare un paragone, fate conto che un euro corrisponde a circa 3 nuevos soles, la moneta locale.
Io e Elena abbiamo dormito in un hostal a Pisac, con bagno in camera e abbiamo speso 50 soles in due, ossia all'incirca 8 euro a testa! Questo per darvi un'idea del costo della vita, qui.
Alcune cose costano, come vedere Machu Picchu, un po' perché ci vogliono guadagnare, un po' perché ci sono gli zampini degli stranieri, che sfruttano.
Abbiamo conosciuto Vittoria, una signora ottantenne di Torino che vive a Cuzco, e ha fondato un'associazione di accoglienza per le bimbe e le ragazze che vengono cedute a famiglie benestanti, che non le trattano come figlie ma le schiavizzano, e ci ha spiegato che una parte dell'Inca trail, il treno che va da Ollantaytambo e Aguas Caliente(avamposto per arrivare a Machu Picchu) è di proprietà di un genovese.
E molte cose, come le miniere, sono di proprietà delle multinazionali americane, per cui, secondo lei, sembra che il Perù stia vivendo un boom economico, ma non di economia reale. Lei dice che figura nei calcoli economici di produttività, ma che la gente non ne riceve un beneficio reale, per cui vivono nell'attesa e nella speranza che questo boom, prima o poi, porti dei miglioramenti nella vita dei peruviani.
Al centro di Vittoria (donna ruvida e unica) c'è un'agenzia del turismo, dove si organizzano escursioni, e con il disavanzo si finanzia il progetto di accoglienza e istruzione della suddetta associazione.
Io e Elena ci siamo rivolte a loro per programmarci la visita a M. Picchu, in altri posti e una giornata in un villaggio contadino, e abbiamo conosciuto una ragazza di Sesto Fiorentino che lavora li! Il mondo è piccolo! Lei è molto carina, siamo diventate amiche e quando possiamo usciamo insieme.
Lei aveva vissuto 2 anni in Australia, ora è qui da 2 mesi e mezzo, ma trova che la società peruviana sia un po' machista, e dice che fa fatica ad inserirsi.
In effetti, machista lo è! Vige il vecchio concetto di uomo, e la donna non vale niente. Anche le donne non hanno nessuna consapevolezza di genere, e anche se spessissimo sono loro che reggono tutta la baracca, e in condizioni non semplici, sembrano non avere idea del potere e delle potenzialità che hanno, né di pensare che potrebbero farcela da sole.
Questo, naturalmente, è un discorso generale, ma si percepiscono le differenze nella percezione di genere fra le europee e le peruviane. Abbiamo anche ascoltato, da Alice e da Vittoria, delle storie di vita che ci hanno colpito non poco.....storie di abbandoni, di minori senza riferimenti, di donne che hanno accettato condotte improponibili dei loro mariti...uno, che dormiva con la moglie e i figli nella stessa camera, ad un certo punto ha portato a vivere lì anche l'amante più giovane, perché la casa era sua, e lui faceva quello che voleva. Dormivano tutti e tre nello stesso letto, e la sera arrivava ubriaco, e aveva rapporti forzati con l'una o con l'altra, nella stanza dov'erano tutti, per giunta! Questa è una storia estrema, per fortuna, non sono tutte così, questo è chiaro! Ma le donne non pensano alla possibilità di potersi separare.
Bueno, vi parlo anche di cose più allegre! Il Perù, nonostante tutto, è un Paese pulito! Non c'è la raccolta differenziata, ma non c'è sporco per le strade.
La cucina è varia, elaborata, e buonissima! Ci sono piatti della costa, della sierra e della selva. Il piatto tipico della costa, e della zona di Lima è il chevice: una zuppa di pesce crudo. Qui a Cuzco (siamo nella sierra, nella zona andina), si mangia molta carne: i quy: i porcellini d'india, l'alpaca, polli, galline, manzo...in salse piccanti, eccetera. Si mangiano molte zuppe, la quinoa è il cereale per eccellenza, e i piatti sono spesso accompagnati con il riso, al posto del pane.
C'è un'incredibile quantità di frutta: qui arriva anche dalla foresta amazzonica ( a proposito: lo sapevate che il Rio delle amazzoni nasce proprio in Perù?): c'è il pepino, che dal sapore sembra una pera, ma è rotondo, un frutto che sembra un baccello, dall'esterno, e dentro ha frutti che sembra cotone, con noccioli, c'è la chirimoya, la papaya, il mango, il melone, e tanto di più! C'e' davvero un monte di frutta!
La gente è gentile, soprattutto gli adulti e gli anziani (un po' meno i ragazzi giovani), parliamo con tutti, che sia la signora che abita di sotto, e che incontriamo sul terrazzo a lavare i vestiti ( con acqua fredda, naturalmente), e le signore del supermercato, alle quali chiediamo consigli sui prodotti e su come si cucinano.
Abbiamo bevuto il mate di coca, qui le foglie di coca si vendono al supermercato per farci gli infusi, e aiutano nei luoghi dove è tanta l'altitudine. Se posso portarle, quest'anno a scuola prima di entrare in classe, un bel mate di coca... secondo me aiuta!
Facciamo amicizia anche sui pulmini (gli autobus privati, che qui chiamano combi): non si sa dove fermano, e dove vanno, andiam tutto a domande, e c'è una persona che fa scendere e salire, e che dice la direzione e la fermata successiva, e che urla al conducente se deve fermarsi a far scendere o no, e che riscuote i soldi della corsa( non c'è biglietto dell'autobus, sono 60 0 70 centesimi di soles). Questo personaggio è buffo, quando la gente sale, dice: Suben suben suben suben!
Quando scendono, lui dice: Bajan, bajan, bajan, bajan!
A volte tardano a chiudere la porta, la chiudono mentre il mezzo è in movimento... sono pazzi scatenati! Nella guida, in generale, son tutti matti: suonano tutti, sempre e per principio: anche se tu ti fermi perchè hai 200 macchine ferme davanti, quello dietro ti suona, per principio!
Sono arrivati i ragazzi spagnoli a vivere con noi: due ragazze e un ragazzo, e con me, Elena e Miriam siamo arrivati a sei! Infatti c'è un bel casino sempre, in più i ragazzi nuovi son giovanissimi...beata gioventù! Però va bene, dai!
Ah: vi ho detto che non abbiamo acqua calda, e che abbiamo acqua tiepida, e a volte neanche quella, quando accendiamo lo scaldabagno per la doccia? Sopra a dove esce l'acqua della doccia ci sono i fili della corrente, perché l'acqua si riscalda a corrente! Gesù d'amore acceso! La doccia calda calda un po' mi manca, devo dire la verità, ma per il resto mi sono abituata alla vita qui.
Mi dispiace un po' farmi 3 inverni di fila...però ne è valsa la pena! Tornerò a scrivervi dei bimbi dell'asilo, che me li voglio portare tutti a casa! Di quello che vediamo (le rovine inca sono una meraviglia!).
Abbiamo bisogno di bere tanto, ci si secca la pelle e le labbra. Comunque, raffreddore a parte, stiamo bene!
Un bacio a tutti!
Ge'Ge'
ciao, alla prossima!
07/08/2013
Eccomi! Ciao a tutte e a tutti!
Mi faccio viva di nuovo con un monte di cose da raccontarvi! E se non vi interessa, o alcune parti sono noiose, fate come consiglia Daniel Pennac: saltare le pagine (le parti in questo caso) di un libro rientra nel decalogo dei diritti del lettore!
Oggi è il primo giorno in cui stiamo in casa, a Cuzco, e ricominciamo a lavorare per due settimane. Fino a ieri siamo state in giro per più di una settimana. Inizierò a raccontarvi dalla penultima cosa che abbiamo visitato, poi a ritroso vi parlerò delle altre.
Domenica abbiamo visitato Machu Picchu!
Siamo partite sabato mattina da Cuzco in un itinerario organizzato dall'associazione di Vittoria Savio, dove lavora Martina, abbiamo visitato Chincero, Maras, Moray e un po' Ollantaytambo, poi abbiamo raggiunto Aguas Calientes con l'Inca rail, il treno turistico che unisce i due paesini in un'ora e quaranta circa.
Il paesaggio è molto bello: fra montagne e gole, si intravedono le cime sopra i 5000 metri innevate, un fiume dove si può fare rafting scorre a sinistra delle rotaie, la natura cambia: man mano che ci si avvicina ad Aguas Calientes si fa più rigogliosa. Aguas Calientes sembra un po' la "Las Vegas dei poveri": creata, secondo me, perché vicina a Machu Picchu e tutti i turisti devono fermarsi lì almeno una notte. Io e Elena dormivamo in un alberghetto dove il soffitto era fatto di lamiera (il Perù è pieno di eternit! Quello che da noi è fuori commercio da anni perché cancerogeno per la dispersione di polveri sottili e di amianto...). Abbiamo passato la serata con una coppia di italiani partiti con noi la mattina: Roberto e Stefania, che alloggiano nell'hostal di Vittoria. Durante il giorno erano con noi anche Matteo ed Agnese, una coppia di sposini senesi, ma quando il pulmino dell'associazione di Vittoria è tornato a Cuzco, sono tornati indietro, poiché avevan già visitato Machu Picchu. Roberto, di Ancona, educatore, gran viaggiatore e appassionato di fotografia, molto simpatico e tranquillo; Stefania, sua fidanzata conosciuta un anno fa durante un viaggio in Mongolia con Avventure nel mondo, è una neuropsichiatra infantile di Milano,anche lei appassionata di foto, e...talvolta un po' maestrina! Siamo state con loro dal sabato al lunedì, e siamo state molto bene!
La mattina di domenica 4 agosto ci siamo svegliate alle 4:20...buio buio buio!!! Ci avevano detto che c'era una lunga fila dalla mattina prestissimo per prendere l'autobus per raggiungere Macchu e vedere l'alba. Un po' perché loro due avevan piacere di vedere il sorgere del Sole per la foto, un po' perché io e Elena dovevamo riprendere abbastanza presto il treno per tornare a Ollanta (era l'unica opzione disponibile, tutto prenotato!), allora abbiam deciso di far la levataccia e goderci il sorgere del Sole....che poi non abbiamo proprio visto a Machu, perché in pochi minuti è schiarito e quando siamo entrati era già giorno!
Salita sull'autobus, durante i 20-25 minuti di strada, ero emozionata! Tante aspettative si creano intorno a Machu Picchu, e avevo anche un po' di paura di rimanere delusa. Fila per entrare, controllo biglietti e passaporto (come all'aeroporto!), e finalmente....si entra!
Wow! Lo spettacolo era di una tale perfezione, che non sembrava vero!
Un paese intero rimasto intatto e fermo nel tempo. Intorno montagne, che pian piano venivano inondate dai raggi del Sole del primo mattino. Vegetazione folta (Machu Picchu sta sul confine fra la sierra e l'inizio della selva, per questo e' pieno di verde, alberi, fiori, piante di ogni tipo). L'ingresso e' dal lato opposto del Wayna Picchu, la cima che molti turisti si apprestano a raggiungere (c'e' un numero chiuso di 400 persone al giorno in due turni, ma il percorso e' impervio: in alcuni punti sentiero ripidissimo, in altri ti devi arrampicare proprio, e senza imbracatura...noi non avevamo il biglietto per il Wayna, sono tutti esauriti fino a ottobre, ma meglio così, perché non saremmo andate lo stesso!).
Il paese di Machu è composto di terrazze tipiche Incas, dove si coltivavano ortaggi, piante medicinali e fiori, tanti fiori, ci diceva la guida che abbiamo ingaggiato. Le terrazze hanno la funzione di rendere più pianeggiante il terreno, e di contenere la montagna, dato che le pietre sono poste in modo da andare verso il monte. Dall'alto, il colpo d'occhio è di un paese quasi intatto, a parte qualche parte un po' crollata, e i tetti, che non ci sono più. Questi erano fatti con una struttura in legno, molto inclinata perché in quella zona piove molto, con sopra paglia, in modo che potesse essere leggero, e la manutenzione abbastanza semplice. Però, una volta abbandonato il paese, sono stati i primi a crollare. Sono state ricoperte tre case che si trovano un po' in disparte per far vedere come apparivano all'epoca, ma il resto del sito non può essere toccato: deve rimanere come lo trovò Bingham al momento della scoperta nel 1911.
Le case, i templi, i magazzini e gli edifici in generale sono tutti costruiti in pietra. I siti dove gli Incas costruivano i loro paesi dovevano avere delle caratteristiche: avere acqua, e avere roccia e pietra vicine per poter costruire. Machu Picchu ha intorno 4 cime montuose, una per ogni punto cardinale, e da una di queste montagne sgorga una sorgente molto ricca di acqua, per questo era considerata sacra. Le pietre per costruire erano presenti sul sito stesso, così da non avere neanche problemi di trasporto. La città appare divisa in due zone: una per l'agricoltura, l'altra per il paese. A dividere queste due zone un canale (con erba) che era stato costruito seguendo la faglia del monte di fronte, e serviva per drenare l'acqua piovana, in modo che la montagna non si sfaldasse, e come punto elastico per attutire i terremoti, che sempre ci sono stati, sulle Ande.
Si accede alla parte delle abitazioni attraverso una porta, che la sera veniva chiusa con due grossi pali messi perpendicolari.Sul lato più ventilato, esposto di fronte alla profonda valle (l'altitudine è di circa 1000 metri di burrone) si trovano i magazzini: i prodotti si conservavano meglio con questa esposizione. Alla sinistra della porta la zona sacra, con il tempio del Sole, le abitazioni dei sacerdoti e dei nobili, e quelle della servitù. La differenza nella costruzione di edifici dedicati ai nobili o alla servitù è evidente: per i primi le pietre usate sono più grandi, squadrate e levigate, per i secondi più rustiche, piccole e non incastrate come nelle prime.
A questa parte non tutti avevano accesso, e quando venivano fatti i discorsi pubblici, il sacerdote o il nobile si affacciava dall'alto del tempio, e la popolazione si raccoglieva nella piazza sottostante ad ascoltare.
Sul piazzalino del tempio c'è una specie di orologio in pietra, non per misurare i minuti e le ore, ma per le stagioni, se ho capito bene. Machu Picchu era un centro politico, amministrativo e culturale, e vi si praticavano molto studi di astronomia, agronomia e filosofia.
C'è un luogo sacro dove è stata posta una pietra che gli Inca hanno lavorato in modo da farla apparire simile al monte di fronte, e ai lati sono stati costruiti due templi dove venivano celebrate cerimonie per questa waka: la waka (non so se si scrive così!) è qualcosa che rappresentava un elemento sacro per gli Incas, poi, per estensione, si chiamavano waka anche i luoghi dove venivano poste queste immagini sacre, che potevano rappresentare il Sole (Inti), la Pachamama (madre terra), il condor, il puma o il serpente. Questi tre animali simboleggiano i tre elementi tipici della visione del mondo degli Incas: essi pensavano che esistessero tre "sfere": la parte del Creatore, di Dio (degli dei) e dell'oltresensibile, simboleggiato dal condor, uccello diffuso sulle Ande, con un'apertura alare di 3 metri e 20, che vola molto in alto(lì a Machu c'è un luogo chiamato "Nido del condor", dove è rappresentato in modo stilizzato, e gli venivano fatte offerte durante le cerimonie funerarie perché aiutasse l'anima del defunto a raggiungere l'oltresensibile); il secondo strato è quello sensibile, dei corpi e delle forme, ed è simboleggiato dal puma; il terzo è quello della conoscenza, rappresentato dal serpente.
Vicino a questo luogo sacro, le abitazioni. Emozionante passare in queste vie strette con casette abitate da uomini e donne di più di 5 secoli fa! Spesso le abitazioni erano a due piani: quello di sopra per conservare gli alimenti, le granaglie e quant'altro (tipo magazzino), quello di sotto dove la famiglia abitava. Era costituito da un unico ambiente, con un fuoco in un angolo, e alcune zone rientrate per porre simboli sacri, e il resto utilizzato per mangiare e per dormire, tutti insieme. Le aperture delle porte non avevano cardini: rimanevano aperte tutto il giorno per far passare l'aria, e la sera ci venivano appoggiate porte in legno per non far entrare freddo e per la privacy.
Le coperte erano di lana o di pelle di lama o di alpaca, che avevano e allevavano(anche adesso ci sono i lama che brucano tutto il giorno!), avevano anche polli e galline, pecore, e forse i famosi cuy (i porcellini d'India). Nel paese c'erano molte scale, come si trovano in tutti i siti Incas e preincaici, visto il territorio montuoso e irregolare, alcuni punti erano protetti da muretti, in altri si finiva direttamente nel burrone, a non stare attenti! Ci vivevano circa 1000 persone.
Perché è stato abbandonato un posto del genere? La guida dice che una delle ipotesi fatte dagli studiosi è che Manco Inca, dopo che fuggì anche da Ollantaytambo, si rifugiò a Villacbamba(se non ricordo male), nella selva, e iniziò un lungo periodo di resistenza agli spagnoli (un fratello di Pizarro era morto in seguito alla battaglia di Saqsayhuaman, attaccata a Cuzco, organizzata da Manco Inca per ribellarsi alla conquista degli Spagnoli).
La vittoria di Manco durò poco, poi gli Incas capitolarono dopo che gli spagnoli si furono riorganizzati, Manco si rifugiò prima a Ollantaytambo (altre battaglie lì), poi a Villacbamba, da dove sembra abbia richiamato tutto il popolo Inca alla resistenza. Questa durò più di 30 anni! Dopodiché l'impero Inca (Thawantynsuyo) fu definitivamente sconfitto. Ebbene, una delle ipotesi è che Machu Picchu fu abbandonata per andare a resistere alla conquista spagnola e ad affiancare il loro sovrano, Manco Inca.
Quando arrivò Bingham, nel 1911 (anche se c'erano passati due tedeschi e avevano portato via un po' di roba...), c'erano molti strumenti da lavoro usati dagli Incas, molti oggetti di uso quotidiano, ecc., quasi tutto portato via dall'equipe di Bingham. Ora questi oggetti si trovano negli Stati Uniti, e costituiscono motivo di contenzioso fra i due Paesi.
Camminando un po', si arriva alla porta Inca e al ponte Inca(adesso chiuso).
Stare in mezzo a quelle rovine è davvero una grande emozione. Si vede una luce strana, che colpisce alcuni versanti delle montagne, si sentono odori dovuti alle piante, che arrivano con le folate di vento, non si percepiscono suoni moderni, di motori....sembra di essere tornati indietro nel tempo!
Anche per una dormigliona come me, vale la pena aver fatto la levataccia!
Spero di non avervi annoiato troppo, ora devo andare alla riunione di programmazione delle attività dei prossimi giorni, da Percy e Alice, e altre 1000 cose ve le racconterò al più presto.
Un abbraccio a tutti!!
Ge'Ge'
P.S.: l'acqua della doccia mi ha subito fatto bugiarda: da dopo che ho scritto la prima mail, l'ho sempre trovata calda! Anche se non si è capito la logica fra quando è calda e quando è fredda! Bueno, meglio così!
Ciaooooo!
14/08/2013
Ciao a tutti...buonos dias! qui' sono le 7:30 di mattina, e mi sbrigo a scrivervi perche' devo andare all'asilo con Alice.
Le scuole sono ricominciate lunedi', in Peru'.
L'anno scolastico comincia il 1 marzo, e termina prima delle vecanze di Natale, ma fra luglio e agosto ci sono 2 settimane di pausa, che coincidono con la festa dell'Indipendenza del Peru' dalla Spagna (28 luglio 1821).
Noi in quel periodo siamo andate molto in giro: abbiam visitato i siti intorno a Cuzco, e il Valle sagrado, Pisac, Tipon, Pitillaqta, Chincero, Maras, Moray, Ollantaytambo, Machu Picchu...vi scrivero' di ognuno di questi!
E abbiamo lavorato con Alice: abbiamo costruito un po' di materiale per l'asilo, che qui si chiama "el jardin": abbiamo costruito un polpo-portacose BELLISSIMO!
Anzi, una "polpa", visto che e' femmina e si chiama Fernanda.
Abbiamo fatto una votazione a scuola con i bimbi, spiegando loro cosa vuol dire "democrazia", dopo che son stati scelti 4 nomi, tutti abbiam votato per quello che ci piaceva di piu': FERNANDA! E' bella, ha anche gli occhi che si muovono!
Poi abbiamo costruito un portaoggetti con le tasche , montato sul compensato, e un altro con un arcobaleno e i bicchierini colorati per i bimbi di tre anni.
Venerdi' andremo al giardino zoologico!
E sabato gia' partiremo da Cuzco...il tempo e' volato...mammamia!
Ora scappo a finire di prepararmi!
Un abbraccio a tutte e a tuttiiiii!!!!
Ge'Ge'
15/08/2013
Hola a todo el mundo! Stamani vi ho scritto "buonos dias" anziche' "buenos dias"! Ero sempre addormentata, fra l'italiano e lo spagnolo...l'itañol!
Ieri siamo andate al museo del cioccolato! Si trovano notizie sul cacao, che e' una pianta che si trova anche nella Amazzonia peruviana, anche se mi sembra di aver capito che l'uso sia arrivato dagli Aztechi. Comunque, abbiamo preso una bella crepe, e bevuto un cioccolato alla maniera maya: latte tiepido, si mette il cioccolato semidenso a cucchiaini, si aggiunge miele, e alla fine peperoncino! Che bomba!!!
Si mangia un sacco e mezzo! Abbiam provato la mazamorra: dolce, nei banchettini che trovi per strada ti mettono in un piccolo contenitore un po' di riso cotto nel latte, e un po' di una specie di gelatina violacea, fatta con un tipo di mais, con cui fanno anche la chicha, che e' una bevanda che fermentata e' simile alla birra, e non fermentata diventa un succo. Qui hanno tanti tipi di mais(cosi' come le patate: piu' di 100 tipologie, tant'e' che a Pisac siamo incappate anche nel museo della patata!), la mazamorra e' fatta con un mais di quel colore, tant'e' che anche la bevanda che ne viene fuori si chiama "chicha morada"( viola). La bevanda di chicha veniva usata anche dagli Incas per i rituali.
A proposito: agosto e' il mese della Pachamama, si usa fare offerte alla Madre Terra perche' porti buoni frutti e fertilita'. Per questo ai bordi delle case si vedono dei coriandolini gialli, come offerta alla Pachamama. Nei templi dove si celebrano i rituali si trovano sempre anche tre foglie di coca, generalmente della stessa dimensione, e sempre per lo stesso motivo.
Poi abbiamo assaggiato il picarron: delle frittelle fatte con un tipo di patata, che si mangiano intingendole in una specie di miele. Quanto zucchero, mammamia!
Abbiamo mangiato il ceviche: sarebbe un piatto tipico della costa, ma Alice ci ha portato in un posto dove si mangia bene il pesce, infatti il ceviche e' pesce crudo, diversi tipi di pesce, marinato con il limone, il coriandolo e altre spezie. Buono!
La carne di alpaca non e' male. Il lama non si mangia molto, Percy dice che lo mangiano solo in alcune zone di alta montagna. La sua carne e' piuttosto dura e callosa, e viene usato soprattutto per trasportare merci e per la lana.
A proposito di lama: noi viviamo in un quartiere chiamato Markavalle, e ci chiedevamo sempre l'origine del nome.
Ieri, dopo il museo del cioccolato, siamo andate a visitare il museo Inca, e abbiamo scoperto l'arcano! Si chiama cosi' perche' era abitato da una popolazione chiamata "los Markavalles", di cui han trovato utensili e molte ossa di animali(lama, per lo piu'), da cui hanno dedotto che fossero prevalentemente allevatori.
Il museo Inca e' interessante. Ci sono molti oggetti anche di popolazioni preincaiche, che poi sono state inglobate nel Tawantinsuyo (l'impero Inca), per lo piu' dei contenitori tipo calici o bottiglie, utilizzate nei cerimoniali. I gruppi etnici che abitavano queste zone erano molti, i Chimu', i Wari, i Chanka, i Nazca, e altri, alcuni dei quali hanno una storia di secoli e anche uno o due millenni...mi sono stupita di come gli Inca li abbiano conquistati e inglobati, di come l'impero Inca si sia esteso territorialmente, e di quanto poco tempo sia durato: poco piu' di un secolo!
L'inizio dell'espansione e' avvenuta con Pachacutec, che, dopo aver sconfitto i Chanka che avevano attaccato Cuzco per conquistarla, si e' messo a conquistare lui...si vede che ci aveva preso gusto!
Nella storia di questo attacco c'e' anche la storia di una donna, che sembra abbia combattuto valorosamente come se fosse un soldato, e abbia indotto i nemici alla ritirata...sembra un po' la nostra Kinzica De' Sismondi, o Giovanna D'Arco...solo che poi loro non l'hanno bruciata sul rogo!!!
A Pachacutec si deve anche il riassetto della citta' di Cuzco(che in lingua quechua significa "ombelico del mondo") a forma di puma, e l'ideazione di Machu Picchu.
E' considerato uno dei piu' importanti regnanti Inca, e in citta' c'e' anche una specie di torre con in cima la sua statua, grandissima, di bronzo. La torre si puo' visitare, e' una specie di museino, e da notizie su di lui.
Molte cose preincaiche le abbiamo ritrovate anche nel museo di arte precolombino: anche li' raccoglieva oggetti appartenuti a civilta' preincaiche, ma erano per lo piu' oggetti cerimoniali.
Al museo Inca, invece, si trovano anche oggetti di vita quotidiana degli Incas, pentole, coltelli, punte di lance, contenitori utilizzati per il trasporto o la conservazione di merci, o per contenere i corpi mummificati! Si', perche' gli Incas avevano messo a punto una tecnica di mummificazione molto precisa, in cui rimanevano anche i capelli...alcune di queste mummie sono arrivate fino a noi, e le abbiam viste li', e al Coricancha(il centro del Tawantinsuyo, che si trova a Cuzco, e da dove si irradiavano i quattro cantoni dell'impero, e le linee dove si trovavano i nodi piu' importanti). Le mummie sono in posizione fetale: gli Incas non credevano nella morte, ma pensavano che l'essenza della persona andasse da un'altra parte, per questo la mummificavano in quella posizione, per simboleggiare un nuovo inizio.
Quando morivano persone importanti, usavano anche portare il suo corpo mummificato in piazza, fare una festa e offrirgli da bere, accompagnando la cerimonia da un coro di lamenti.
Anche nelle sepolture Incas venivano trovati oggetti che si pensava potessero essere utili al defunto.
Abbiamo visto anche crani: bucati, perche' facevano operazioni (sigh!), oppure deformati: quando erano neonati venivano applicate delle corde intorno alla testa, o delle lastre di metallo, cosicche' il cranio si sviluppasse allungato, e questo talvolta per un canone estetico, talvolta per segnare un'appartenenza sociale.
Molti oggetti degli Incas, o anche preincaici, sono andati perduti: gli spagnoli distruggevano o bruciavano qualsiasi cosa fosse considerata profana o degli infedeli (alla religione cattolica, che volevano imporre, e in nome di questo hanno compiuto le piu' atroci crudelta'...).
Gli spagnoli hanno costruito anche sulle fondamenta degli edifici Incas, spesso utilizzando anche le pietre. Hanno dato una struttura standard un po' a tutte le citta' e ai paesini: ovunque c'e' una piazza principale, a pianta quadrata, che ospita la cattedrale, o comunque la chiesa principale, e che si chiama, ovunque, "Plaza de Arnas"!
Quella di Cuzco e' bella: pianta rettangolare, circondata da loggiati, che ricordano un po' l'architettura moresca che ho visto in Andalusia, e tre chiese attaccate, in mezzo la cattedrale, su un lato la chiesa della Compagnia di Gesu', che voleva competere con la cattedrale, e in mezzo una fontana con Pachacutec.
Anche le cerimonie cattoliche si sono un po' fuse con quelle incas: abbiam visto che portavano in cattedrale una statua, e nella processione c'era un uomo vestito come un Inca.
Poi nei dipinti (della scuola cusqueña) ci sono spesso rimandi locali, come quando si rappresentava l'Ultima Cena con alimenti andini: mais, frutta esotica, cuy(il porcellino d'India).
I musei e i siti archeologici, in Peru', sono curatissimi: belle le strutture, pulite, e con piante ornamentali. Le spiegazioni precise, e in due lingue:spagnolo e inglese, e spesso mettono anche cartine, linee del tempo costruite benissimo, con raffronti fra civilta' diverse e lontanissime(quella cinese, indiana, le conquiste europee, ecc), o la trasposizione territoriale della grandezza fisica dell'Impero Inca nella sua massima espansione con il territorio che avrebbe occupato in Europa e in Asia. Ricostruiscono paesaggi, cosa si coltiva a certe altezze, come ci si veste, sono veramente fatti bene. Ci si chiede come sia possibile uno scarto cosi' evidente fra questa visione aperta della cultura e il sistema scolastico: piu' persone ci hanno detto che qui la scuola fa schifo, che il lavoro e' molto spesso di copiatura meccanica di paginate, che non si insegna a riassumere, a studiare, ad avere un approccio critico, ma poi i musei adottano un punto di vista ampio, che include la storia, la geografia, ecc....non mi torna!
Altro bel museo che abbiam visto e' quello fatto nella casa dell'Inca Garcilaso De La Vega.
Quest'uomo e' vissuto nel sedicesimo secolo, e' considerato il primo meticcio, perche' figlio di una principessa Inca e di uno spagnolo.
Ha ricevuto un'educazione sulla storia del popolo Incas, poi e' andato in Europa. Non e' piu' potuto tornare a Cuzco, perche' era iniziata la persecuzione degli Incas (molti nobili Incas si sono "spagnolizzati"), ed e' morto a Cordova. Il re spagnolo Juan Carlos, nel 1979, ha reso a Cuzco le sue spoglie, che ora riposano nella cappella del Triunfo, a lato della Cattedrale.
Egli scrisse molto nella sua vita, e' ricordato per i Commentari, che parlano della storia Inca e delle abitudini e cerimonie che venivano fatte. I suoi testi sono stati per molto tempo banditi in Europa, ma tutti gli Illuministi li leggevano di nascosto!
Nella casa-museo di Garcilaso (con un bel patio circondato da una terrazza cui si accedeva alle stanze) abbiamo anche visto, oltre alla mostra d'arte contemporanea, un dipinto e un filmato su Jose' Gabriel Tupac Amaru I. Egli e' stato il promotore di una ribellione contro l'invasione degli spagnoli, nel 1781, naturalmente fu catturato, e fu condannato ad assistere all'esecuzione, sulla pubblica piazza, di sua moglie, dei suoi due figli e dello zio, per essere poi legato per le estremita' a quattro cavalli che avrebbero corso in 4 direzioni diverse...fu squarciato vivo! Poi ogni braccio e ogni gamba fu data a un paese che aveva appoggiato la rivolta da lui promossa, e i resti che ancora rimanevano, furono bruciati e gettati al vento.
Dopo la sua esecuzione, fu emanato un bando che vietava di indossare abiti tipici del luogo, di parlare la lingua quechua, e di suonare gli strumenti musicali locali (a proposito: ho comprato un'ocarina, e' uno strumento a fiato tipico incas, e' artigianale e dipinto a mano).
C'e' tanta storia da sapere, e tanta si vede: i siti archeologici sono tanti e grandi e in certi punti quasi intatti!
A Tipon c'e' un sito Incas con terrazze per coltivare. Avevano escogitato questo modo per rendere piu' pianeggianti i terreni, e per esporli meglio al Sole. Poi, a diverse alture, coltivavano prodotti differenti. Per salire e scendere avevano escogitato il modo di incastonare delle pietre sporgenti nei muretti, a mo' di scale! Li' a Tipon e' molto bello il sistema di irrigazione: canali e acqua dappertutto!
Dopo Tipon c'e' un altro bellissimo sito:Pytillaqta. E' a circa un km di cammino dalla strada principale, e c'e' questa citta' del popolo Wari, tutta circondata da doppie mura, e con tanti edifici all'interno, o spazi adibiti all'agricoltura, o spazi pubblici: ogni citta' aveva una piazza, dove si celebravano le cerimonie, oltre che servire per il commercio.
Il paesaggio e' fra il giallo e il verde in questo periodo, perche' non e' periodo di pioggia, Elena dice che assomiglia un po' all'Irlanda!
L'erba e' tagliata, e si puo' camminare in mezzo a queste rovine con un silenzio quasi assoluto intorno, e si puo' immaginare come fosse prima, e come ci vivesero all'epoca.
C'e' una leggenda su come vi fu portata l'acqua: la principessa doveva sposarsi, e disse che si sarebbe andata in sposa a colui che avrebbe portato l'acqua al suo paese(in quella zona ce n'era poca, soprattutto durante la stagione secca). Sembra che fra i pretendenti ci fosse un ingegnere cuzqueño (ma guarda il caso!), e che lui progetto' tutto un sistema idraulico che permetteva di avere acqua tutto l'anno. Cosi' si guadagno' la principessa! Alla grazia dell'amore!!!
Pero' Pytillaqta e' davvero un posto magico! Un po' piu' in la', si trova la porta Inca, e si puo' notare la differenza nel modo di costruire fra gli Inca e i Wari: i primi con rocce piu' lisce e squadrate, i secondi con pietre piu' piccole e poco rifinite.
Anche gli altri che abbiam visitato, comunque, sono posti fantastici: sembra di essere immersi in un altro tempo!
Per tornare a questioni dei comuni mortali, fatto interessante e' questo: ci sono questi baracchini ovunque, per strada, dove si puo' mangiare o bere. Domenica, con Alice, al ritorno da un pic-nic vicino al tempio del Mono(scimmia), dove si pensa ci fossero i prototipi per forgiare le pietre da costruzione degli edifici Incas, ci siamo fermate ad uno di questi baracchini, e abbiamo preso un "emolliente": ti danno il bicchiere di vetro, con gli sciroppi estratti da erbe locali, e una bevanda tipo the', ma il tutto risulta un po' denso, perche' ci mettono la maizena per addensare.
Buono!!!! Alla fine, ti danno la "hiappa": cioe' un altro po', per ringraziarti che hai preso la bevanda!
Durante tutto questo, macchine ferme al semaforo rosso, in tre file. Un bimbo sui 12 anni comincia a fare capriole e acrobazie davanti a loro...io dico"Oddio, ma questo che fa, si vuol suicidare?"...e Alice: "No, ora smette e chiede soldi alle macchine prima che partano!". Ed era vero! Qui i mendicanti, i venditori, quelli ai semafori, sono peruviani, non come da noi: Rom, senegalesi, bengalesi...
Comunque, la citta' e' inquinatissimissimissima!A volte non si respira, si sente proprio odore di gas di scarico. Infatti sono diffuse malattie a livello polmonare-respiratorio: asma, bronchiti, polmoniti. Fra che non a volte non c'e' l'acqua calda, la gente esce anche con i capelli bagnati perche' non ha il phon, e l'inquinamento che c'e'...sfido chiunque!
L'altro giorno abbiamo visto una scena bellissima: C'era una vigilessa su un incrocio con il semaforo, e fischiando fischiando faceva passare i pedoni, che avevano il verde, poi li ha fatti fermare(quando e' venuto rosso!) e ha fatto passare le macchine(che nel frattempo avevano il verde!)...miticaaaaa!!!Ci si chiede spesso dell'utilita' dei vigili a Cuzco, dato che o fanno casino, su rotatorie, incroci, ecc, o si mettono sugli incroci con i semafori!
Se torno a Cuzco, sono indecisa se fare la vigilessa, o la tipa che sta sul "combi"(autobus) che dice:"Sube sube sube, baja baja baja!".
Vicino alla nostra scuola c'e' una di queste bancarelle che fanno bevande e panini(qui i panini si fanno anche con l'avocado spalmato), oggi siamo andate e abbiamo chiesto dei succhi da porter via: la signora ha misurato la quantita' con un bicchiere di vetro, poi ce li ha versati in una bustina di plastica trasparente e ci ha dato le cannucce! Buffo!
I succhi e i liquidi da trasportare li mettono tutti in queste bustine.
Insomma, avrete capito che di fame non si mo'ie!
Ce la passiamo bene, domani andremo a visitare una scuola messa su da una tizia svizzera, ci lavora lo psicologo cui si appoggiava il nostro asilo, sembra sia un'ottima scuola, ci sono dall'asilo alle medie, ma vorrebbero fare anche le superiori. A proposito: qui le scuole sono a turni: mattina o pomeriggio. E la sera per gli adulti, come le serali da noi.
Venerdi' dovremmo andare al giardino zoologico a Tipon con i bimbi del nostro asilo, ma non si sa se c'e' uno sciopero dei mezzi pubblici. Se cosi' fosse, sara' anche un problema arrivare a scuola, Alice dice che bloccano tutto, e a volte tirano sassi a chi passa per la strada, anche con un taxi o con un mezzo proprio, e talvolta c'e' un'ordinanza ministeriale che decreta la chiusura delle scuole nei giorni dello sciopero.
Io spero non ci sia: mi piacerebbe andare allo zoo con i bimbi, e salutarli per benino!
Mi sono affezionata a loro! Sono 26, tutti belli! Daniel, l'unico maschio della sezione dei 4 anni, mi e' subito entrato nel cuore! E' troppo bellino! E la mattina vuole cantare la canzoncina del buongiorno in tutte le lingue...e ha imparato bene a dire"buongiorno" in italiano! Quasi quasi lo metto nello zaino!
Poi c'e' Rubi, Ruth(le Ruth sono 3!), Khelsy, Grisel, nei 3 anni Milagros, Daniela, Olger, Santiago, Damaris, Arely, fra i 5 Maria Angelica, Jefferson, Urpi(in quechua, in italiano significa "colomba")e altri...tutti diversi e tutti belli!
L'altro giorno abbiamo guardato un cartone animato dove si vedevano riprodotti in 3D la piazza di Cuzco, Machu Picchu, il deserto di Nazca...poi abbiamo fatto disegni per ex volontari o persone che hanno adottato a distanza un gruppo di bimbi, lettere collettive...si sta bene!
Ci siamo abituate al clima, anche se adesso, obiettivamente, e' meno freddo di un mese fa.
Si cammina tanto, e si fatica sempre: qui ci vorrebbe il polmone di portata doppia!
Da sabato andremo in giro, e arriveremo anche a 4200 metri...vedrai che fiatone!
Andremo sul Titicaca e al canyon del Colca, dove si vedranno i condor volarci sopra la testa! Poi Arequipa e infine a Lima, per riprendere l'aereo(la notte fra il 24 e il 25, arrivo a Pisa il 26 mattina).
Il tempo e' letteralmente vo-la-to!!!
Ora vi saluto, se ho tempo scrivo ancora....tante, troppe cose da raccontare!
Un bacio a tutte e tutti, Ge'Ge'
20/08/2013
Ue' Ue'...rieccomi!
Sono stanca distrutta...ora vi racconto.
Siamo partite da Cuzco (Cuzco, l'ombelico del mondo...c'ho lasciato un pezz'e core!) sabato mattina alle sette.
Durante il viaggio verso Puno varie soste: da ricordare soprattutto Raqui (non ricordo bene il nome) dove abbiamo camminato intorno alle rovine di un tempio, non sanno se un osservatorio astronomico, e i resti di un paese, con abitazioni a piu' piani per i nobili, o comunque le figure di riferimento, e quelle ad un piano per il popolo, e da un lato erano disposti tutti i magazzini per conservare gli alimenti. Il tutto circondato, sulla collina intorno, da alte mura con 4 torrette di vedetta.
Bello camminare fra queste rovine, sull'erba gialla.
Cammina cammina, con l'autobus, abbiam fatto sosta a 4330 metri sul livello del mare! Il paesaggio era davvero mozzafiato: cielo azzurrissimo, con qualche sbuffo bianco di nuvole, che sembrava dipinto, tutt'intorno le Ande, e ogni tanto dietro i monti, una vetta innevata in lontananza...davanti a noi una vallata, con un'unica ferrovia, dove, guarda caso, abbiam beccato il passaggio del trenino blu del Peru' rail!
Da cartolina! Gli appassionati di foto sarebbero diventati matti, come del resto a Maras, dove si trovano le saline, che abbiamo visitato nel percorso per arrivare a Machu Picchu.
A Puno niente di che, se non che c'e' una cattedrale che la sera sembra colorata perche' la illuminano con luci colorate.
Siamo andate, da Puno, a visitare le isole del lago Titikaka.....
Le UROS sono...udite udite: isole fluttuanti! Non sono naturali, ma costruite dall'Uomo! Secoli fa la popolazione del luogo doveva sfuggire non so a chi, ed escogito' questo sistema!
Praticamente sono costruite con grosse zolle di terra, con radici per tenere la terra piu' compatta, poi ci infilano dentro un grosso palo di eucalipto (anche se l'eucalipto non e' una pianta locale, il Peru' ne e' disseminato!), legano i pali fra loro, poi ci mettono sopra strati di paglia, o la parte finale di una pianta acquatica che li' si trova in abbondanza, e ricoprono il tutto con la parte piu' sottile di questa pianta, che pero' va sostituita ogni 8 mesi circa. Hanno anche la scuola fluttuante!
Bella la sensazione di camminare scalzi sul letto morbido di questa pianta...piu' morbido di un prato!
La guida ci ha presentato l'autorita' dell'isola, che ci ha spiegato la modalita' di costruzione in lingua locale.
Poi abbiamo fatto un giro sul "titanic delle Uros", che e' una barca di paglia e legno, costruita con due teste, dove prima di ogni testa siede uno dei due rematori, e siamo andati fino alla "capitale" delle Uros!
Poi Amantani'. Li' si puo' pernottare solo ospitati da famiglie locali: non ci sono alberghi, e non c'e' neanche la luce elettrica e c'e' penuria d'acqua.
Ci aspettavamo un'accoglienza piu' calorosa, invece questi nemmeno si son presentati, non hanno mai mangiato con noi, ci han preso come bancomat, subito a proporci il loro artigianato...e la sera? Ci hanno accompagnato alla festa per i turisti: non ci crederete, invece della vacanza equo-solidale, guarda te a cosa mi son ritrovata: Gente del mio gruppo vestita con abiti tipici, tre uomini del posto che suonavano, balli di gruppo, per finire con foto!
Mammamiaaaaaa!
Ah: cesso unico per sei persone, ok, ma esterno, senz'acqua(col secchio), aperto, davanti all'apertura superiore della porta un telo, senza lavandino ne' niente!
Stamani mi sono spostata nel letto e...trak: cascate mezze tavole da sotto il materasso!
Vabbe', a parte questo, l'isola e' bellissima! Siam saliti sul punto piu' alto, dove si trova il tempio di Pachatata ( il padre terra), e abbiamo visto il tramonto. Dei colori intensi da abbagliare, un giallo che quasi ti faceva male!
Il Sole che si nascondeva dietro le Ande!
Altitudine:4200 metri. Sui 4000 mi e' iniziato un po' di mal di testa, un cerchio e un dolorino un po' piu' intenso alle tempie, poi piu' su anche una sensazione come se mi premessero fra le orecchie e la mandibola. Il soroche? Comunque, mi sono riposata, ho bevuto acqua, mangiato cioccolata, e tutto ok!
Altra cosa impressionante di Amantani': il cielo stellato!C'e' un cielo che sembra ti venga addosso! E' intenso, con un miliardo di stelle. Li' si vede añche la Croce del Sud, che e' l'equivalente della Stella polare per l'emisfero Nord.
Stamani a Taquile. L'abbiam vista un po' di corsa, bella, tante scale e saliscendi....fatica!
Gli uomini tessono e le donne filano ( ad Amantani' era il contrario), notizie sull'organizzazione sociale, sui cappelli e i copricapo: a seconda di cosa portano, e di come lo indossano, si capisce se uomini e donne sono sposati o no, e se hanno una carica di prestigio sull'isola.
Sia a Taquile che ad Amantani non c'e' polizia. Ad Amantani si vive secondo i tre principi del non rubare, non mentire e non oziare.
Cosa che mi e' rimasta negativamente impressa: molti tetti delle case sono fatti di lamiera...ora, dico io, va bene non avere tanti soldi...ma la lamiera fa male, non ripara dal caldo, ne' dal freddo pelone che, vi assicuro, c'e', va cambiata spesso, e in mezzo a quella natura strabiliante, non si puo' guarda'!
Ma...i forni ce l'hanno...dico io: fabbricare delle belle tegole in terracotta, no???
Un bacio a tutte e tutti!
Mercoledi' saremo nel Canyon del Colca a vedere il volo dei condor!
Ciao, Ge'Ge'